In attesa di una legge statale che sia in grado di restituire centralità al tema della rigenerazione urbana, il dibattito sul significato, i modelli per la riqualificazione e il rilancio socio economico delle nostre città è ancora aperto e molto attuale.
La rigenerazione urbana “va intesa in senso ampio, come rigenerazione di tutta la città e non solo di alcune parti degradate, dismesse o abbandonate. Per tale motivo, la definizione di una norma che disciplini la materia deve tener conto di un percorso organico e flessibile, che tenga in considerazione misure di agevolazione fiscale e incentivazione per l’attuazione concreta degli interventi”.
Questa la sintesi di Stefano Betti, Vice presidente nazionale dell’Ance, intervenuto lo scorso 25 novembre al convegno di Arzachena, dal titolo “Rigenerazione urbana e territoriale: modelli urbanistici a confronto”, promosso da Ance centro nord Sardegna e Ance Sardegna.
Risulta molto positiva, quindi, la volontà di rimettere al centro dell’Agenda parlamentare questo tema, dandogli la giusta priorità per arrivare con celerità a definire un quadro nazionale di obiettivi, incentivi e semplificazioni, soprattutto nell’ottica di arrivare al 2050 a raggiungere l’obiettivo europeo del saldo zero nel consumo del territorio.
La Sardegna, tuttavia, come ha fatto rilevare il Presidente di Ance Sardegna, Pierpaolo Tilocca, è da quasi 40 anni che sta aspettando un’altra importante legge, quella Urbanistica, nonostante tutte le campagne nelle quali non son mancate le promesse e le garanzie su una riforma dell’ultimo testo di legge risalente al 1985.
Gabriele Ruiu, del Dipartimento di Economia dell’Università di Sassari, ha rappresentato i dati ISTAT sullo spopolamento della Sardegna nei prossimi anni, proiettata a scendere sotto la soglia del milione di abitanti nel 2070. Uno scenario drammatico che prevede una sempre più marcata distribuzione della popolazione nelle aree costiere a scapito dei centri interni dell’isola.
Gianni Mura, responsabile di Metassociati Srl, ha esplorato le motivazioni dello spopolamento dei centri interni alla Sardegna e la ricerca di possibili soluzioni per un rilancio, evidenziando la possibilità che oggi si può ancora costruire un futuro di benessere in tali centri facendo leva sulle vocazioni economiche territoriali.
Andrea Casciu, Presidente di INARCH, ha richiamato l’attenzione sull’importanza della collaborazione e l’attivazione di sinergie tra costruttori e progettisti, per diffondere una qualità del costruire a tutti i livelli. In questa direzione è stato richiamato il Premio INARCH Sardegna 2023 che ha premiato le migliori opere di architettura contemporanea candidate e realizzate in Sardegna.
Salvo Manca, Vice Presidente dell’ITS TAC Sardegna, ha illustrato l’importanza della formazione professionale nel rilancio delle comunità locali come valore intangibile della rigenerazione urbana, partendo dal rilevante fabbisogno di nuove competenze e dalla necessità di recuperare i differenziali che contraddistinguono in negativo la Sardegna, rispetto all’Europa, sull’abbandono scolastico, il numero di laureati e le percentuali di NEET.
Vanni Maciocco, intervenuto per l’Università di Sassari, ha ripercorso il concetto di rigenerazione urbana in rapporto alla dimensione ambientale. Per affrontare le sfide di nuove leggi urbanistiche che possano soddisfare i bisogni della comunità è imprescindibile partire dalla ricerca e dalle indagini sui fattori che hanno dato origine e allo sviluppo dei centri urbani. Gualtiero Cualbu ha concluso gli interventi con un esempio di rigenerazione urbana in Sicilia, trasformando un complesso di edifici abbandonati in un contesto residenziale energeticamente autosufficiente ed integrato con il contesto archeologico locale.
A chiudere i lavori il Vice Presidente dell’Ance centro nord Sardegna, Marco Pirredda, che ha colto l’occasione per ringraziare tutti i partecipanti e i relatori dell’evento, ricordando la ricorrenza del 75° anniversario dell’Associazione con la proiezione del video istituzionale.